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Bobò
di Pippo
Delbono: tra i protagonisti del 43°
Torino Film Festival e in sala dal 27
novembre
Dopo il
trionfo a Locarno, il viaggio
internazionale prosegue:
selezionato anche a DocLisboa e all’IDFA
di Amsterdam
Bobò
di Pippo Delbono è tra i protagonisti del 43°
Torino Film Festival e arriverà in sala il 27
novembre. Dopo il trionfo all’anteprima mondiale
di Locarno e la partecipazione al DocLisboa di
Lisbona, il documentario prosegue il suo viaggio
internazionale con la selezione imminente
all’IDFA di Amsterdam.Un racconto toccante e
potente che dalla vita al manicomio di Aversa
conduce ai più prestigiosi riflettori europei.
La storia di Vincenzo Cannavacciuolo, attore e
anima silenziosa del teatro contemporaneo, un
viaggio di arte, umanità e resistenza, un atto
d’amore e memoria.
Una produzione Fabrique
Entertainment, Luce Cinecittà, Inlusion
Creative Hub, Vargo, con Rai Cinema. Una
distribuzione Luce Cinecittà
Bobò era un poeta del silenzio,
un'anima pura che ci ha insegnato l'umanità.
Questo film l'ho fatto per lui, per farlo
conoscere al mondo e dargli quello che si
merita. È un gesto d'amore per custodirne la
luce.
(Pippo Delbono,
ad Anna Bandettini su
la Repubblica)
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C'è
un
silenzio che non svanisce, ma resta.
Risuona. È la traccia lasciata da Bobò,
anima muta e visibile del teatro
contemporaneo, protagonista dell'omonimo
film documentario diretto da Pippo Delbono
che, dopo la straordinaria accoglienza al
Festival di Locarno 78, sarà presentato in
concorso al prestigioso 43° Torino Film
Festival ( 23 novembre ) . Subito dopo,
arriverà nelle sale cinematografiche
italiane dal 27 novembre 2025, con la
distribuzione affidata a Luce Cinecittà.
Presentato in anteprima mondiale il 7 agosto
nella Selezione Ufficiale Fuori Concorso del
Festival di Locarno, Bobò ha conquistato
critica, pubblico e professionisti
internazionali con la sua profondità,
umanità e radicalità dello sguardo. Un'opera
definita "atipica", "potente e personale",
capace di restituire dignità a un'esistenza
emarginata e di toccare temi universali come
la diversità, l'inclusione e la forza
trasformatrice dell'arte. Dopo l'anteprima a
Locarno, Bobò
ha proseguito il suo percorso internazionale
approdando, lo scorso ottobre, al DocLisboa
— festival interamente dedicato al cinema
documentario — e, tra qualche settimana,
nella sezione internazionale "Best of
Fests", all’IDFA di Amsterdam, il più
importante appuntamento mondiale per il
documentario.
Una storia straordinaria
Il film racconta la vita di Bobò
(Vincenzo Cannavacciuolo), uomo sordomuto,
analfabeta e microcefalo che ha vissuto per 46
anni nel manicomio di Aversa. La sua esistenza
prende una svolta inaspettata nel 1995, quando
Pippo Delbono lo incontra durante una visita
nella struttura e ne rimane profondamente
colpito. Da quell'incontro nasce un legame
umano e artistico destinato a cambiare per
sempre le loro vite.
"Eravamo due vite distrutte che si
sono scoperte," racconta Delbono a Il Venerdì di Repubblica. "Avevamo tutti e due bisogno di
uscire dal buio. Eravamo due persone ferite,
che volevano vivere."
Attraverso questo incontro, Bobò –
fino a quel momento invisibile al mondo –
diventa figura centrale nel teatro e nel
cinema di Delbono per oltre vent'anni,
rivelandosi interprete sorprendente, capace di
comunicare con forza e poesia anche senza
parole. La sua presenza ridefinisce il
linguaggio artistico del regista, trasformando
il suo modo di raccontare, di guardare, di
creare.
Per Le Monde è stato "l'incomparabile attore
microcefalo e sordomuto, un piccolo re
incerto"; Avvenire lo ha definito "icona poetica di
libertà e resistenza"; Doppiozero ha scritto che "trasforma il caos in
archetipo"; mentre Il
Manifesto ha parlato
di "linguaggio silenzioso che tocca l'essenza
della vita". E come ha ricordato Teatro.it, "era
l'anima del teatro di Delbono, capace di
trasformare la fragilità in forza universale."
L'accoglienza della critica
internazionale
L'opera ha ricevuto consensi unanimi
dalla critica internazionale presente al
Festival di Locarno, che ne ha sottolineato:
La profondità e l'umanità: il film scava nella condizione
umana, mostrando la forza e la dignità di Bobò
nonostante le sue difficoltà.
Lo sguardo politico e personale: un'opera fortemente personale che
affronta con coraggio temi come
l'emarginazione, la diversità e la resistenza.
Il linguaggio universale di Bobò: la straordinaria capacità di
comunicare ed esprimersi attraverso il corpo e
lo sguardo, anche senza l'uso della parola.
Un'eredità artistica preservata: il tentativo riuscito di custodire
l'eredità artistica di Bobò attraverso
materiali d'archivio e registrazioni teatrali.
La critica ha anche accostato il
cinema di Delbono a quello di Fellini per la
visionarietà e la fascinazione per il "circo"
umano, pur sottolineando l'originalità e
l'unicità dell'approccio del regista.
Il film
Bobò (regia,
soggetto e sceneggiatura di Pippo Delbono) si
compone di materiali d'archivio raccolti lungo
oltre vent'anni: riprese originali, estratti
di spettacoli, interpretazioni teatrali e
momenti di vita quotidiana che restituiscono
con delicatezza e intensità la figura di Bobò.
La digitalizzazione di oltre 300 ore di
repertorio s'intreccia con nuove riprese
realizzate tra Napoli e Aversa, nei luoghi
dove tutto è cominciato. La voce narrante è
quella dello stesso Delbono, guida sensibile
in un dialogo profondo tra memoria e presente.
"Bobò ballava a ritmo di musica, ma
era sordo. È un mistero," racconta Delbono a Il Venerdì. "Mettevi dal pop a Chopin e lui
cambiava danza. Bobò toccava molto il senso
del sacro. Lo toccava nella profondità della
sua presenza, anche se inconsapevole. Lui non
aveva idea del prima e del dopo, era lì,
nell'attimo presente, concentrato solo nella
vita di ogni piccolo istante. Qualcosa di
sacrale, ma anche vicino all'arte
dell'attore."
Un gesto d'amore
Bobò si è spento il 1° febbraio 2019
ad Aversa, all’età di 83 anni. Questo film ne
restituisce lo sguardo e l’eredità artistica,
arrivando nelle sale in un momento
simbolicamente significativo, subito dopo la
Giornata Mondiale della Salute Mentale, che si
celebra ogni anno il 10 ottobre.
"Siamo orgogliosi dell'accoglienza
ricevuta da questa storia al pubblico
internazionale di Locarno," affermano i
produttori Renata Di Leone e Giovanni Capalbo.
"È la testimonianza viva del potere dell'arte
di restituire dignità e voce a chi è stato
dimenticato, e ora siamo felici di portarla al
pubblico italiano."
Con le musiche originali di Enzo Avitabile, la fotografia di Cesare Accetta e il montaggio di Marco Spoletini, Bobò è una produzione Fabrique Entertainment, Luce
Cinecittà, Inlusion Creative Hub, Vargo, con
Rai Cinema.
L'opera è stata realizzata con il
contributo del Fondo per lo sviluppo degli
investimenti nel cinema e nell'audiovisivo,
Ministero della Cultura – Direzione generale
Cinema e Audiovisivo. Con il contributo ex
L.R. 30/2016 della Regione Campania e Film
Commission Regione Campania.
Produttori: Renata Di Leone, Giovanni Capalbo,
Fabio Volpentesta, Marco Garavaglia, Gianluca
Varriale, Alessandro Riccardi.
Distribuzione: Luce Cinecittà
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