LA SOLITUDINE E' QUESTA



COMUNICATO STAMPA SULL’INIZIO DELLE RIPRESE

Giovedì 16 dicembre, nel trentennale della sua morte, iniziano le riprese della
docu-fiction dedicata a Pier Vittorio Tondelli

La solitudine è questa

Comunicato stampa

Giovedì 16 dicembre, sono iniziate a Bologna le riprese del film La solitudine è questa, diretto da Andrea Adriatico, e dedicato alla vita dello scrittore Pier Vittorio Tondelli, nel trentennale della sua morte, avvenuta il 16 dicembre 1991, a soli 36 anni. Il progetto tra documentario e fiction vede la partecipazione di Lorenzo Balducci e Tobia De Angelis, ed è sceneggiato da Grazia Verasani, Stefano Casi e lo stesso Adriatico, che insieme hanno scritto il film Gli anni amari, il biopic dedicato a Mario Mieli uscito nel 2019.
La docu-fiction, a cui gli autori lavorano da 5 anni, e che nel momento scelto per la lavorazione un anno fa è stato bloccato dalla pandemia, arriva finalmente oggi sul set.  Le riprese proseguiranno in inverno e primavera nei luoghi della biografia di Tondelli, dal paese natale di Correggio (Reggio Emilia) alla città degli studi a fine anni 70 Bologna, dall’Aquila dove il primo libro Altri libertini fu sottoposto a sequestro e processo a Orvieto che è al centro del secondo libro Pao Pao, e ancora Rimini, Milano e Berlino.
La produzione è di Cinemare, con il sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Emilia-Romagna e il supporto di Emilia-Romagna Film Commission.

Qual è la solitudine dello scrittore? E la solitudine dei nostri anni? Due personaggi contemporanei sono alla ricerca di uno scrittore che non c’è più, scomparso quando non erano ancora nati o erano ancora bambini. Alla ricerca delle tracce disperse nei suoi libri, nei suoi luoghi e nelle parole di chi l’ha conosciuto.
Quello scrittore è Pier Vittorio Tondelli, uno dei più importanti e seminali narratori europei del Novecento e uno dei testimoni più importanti e acuti dei suoi anni. Il docufilm La solitudine è questa (frase dal suo ultimo romanzo Camere separate) è al tempo stesso il racconto di un autore che ha narrato il sogno dei suoi coetanei al di là del bene e del male; che ha dato voce ai sogni dei ragazzi più giovani, sollecitati con il progetto di scrittura Under 25; e che ha trasferito la sua omosessualità nelle pagine di racconti e romanzi, rappresentandola dalle visioni più oltraggiose di Altri libertini agli accenti più intensi e universali di Camere separate, passando per gli acuti sguardi generazionali di libri come Pao Pao e Rimini, di un’opera teatrale come Dinner Party, e delle sue cronache giornalistiche (poi raccolte in Un weekend postmoderno). Il documentario è soprattutto il racconto della sua produzione letteraria di scrittore, ma anche di un’epoca passata (gli anni 70/80) e al tempo stesso delle generazioni di oggi, in cerca di radici e di futuro.
Questo viaggio inizia il giorno del trentesimo anniversario della sua scomparsa. Tondelli è morto di AIDS, un acronimo che all’epoca faceva ancora paura e vergogna (e che lo scrittore scelse di non dire), il 16 dicembre 1991 a Correggio, il paese emiliano dove era nato il 14 settembre 1955, 36 anni prima, e dove è sepolto nel cimitero della frazione di Canolo. Partendo dai suoi romanzi e dalle sue invenzioni linguistiche, così come dalle parole di tanti testimoni, i due personaggi vanno alla scoperta di un autore “del passato”. Confrontando la loro solitudine con quella raccontata e vissuta da Tondelli. Perché al di là del mestiere di scrivere, solitario per eccellenza, risalta la componente introspettiva di un narratore che ha vissuto in prima linea le contraddizioni della sua epoca, trascrivendola sulla propria pelle, al punto da divenire il cantore prediletto di un’intera “lost generation” postmoderna.
Anche per questo il film è un viaggio: un viaggio nei suoi libri e un viaggio nelle sue città: Correggio (città natale), Bologna (città degli studi), L’Aquila (città del “terremoto” esistenziale simboleggiato dal sequestro del suo primo libro Altri libertini), Orvieto (città di riferimento del suo servizio militare), Rimini (città simbolo degli anni 80 da lui descritti), Milano (città dove ha vissuto e lavorato negli ultimi anni), Berlino (città emblematica del suo rapporto con l’Europa).
Per il regista Andrea Adriatico, «Tondelli si è fatto carta assorbente del suo tempo in presa diretta, ha abbracciato la cultura della notte e l’interdisciplinarietà tra le varie forme artistiche, cinema, musica, teatro, moda, fumetto etc, tutti elementi che hanno caratterizzato il suo linguaggio ma che hanno anche fortemente condizionato quello dei narratori nati dopo di lui.»
«Una solitudine che è anche quella del viaggiatore: Tondelli era un viaggiatore instancabile, amava celebrare la provincia e mitizzare l’Europa e l’America come terre di libertà e piacere. Viaggiare però non era solo conoscere altre città, altre lingue, andare a Berlino o Tunisi sulle orme di autori e artisti amati; spesso bastava una discoteca di Rimini o Riccione per osservare la gente. E così lo immaginiamo: capace di isolarsi nel rumore più assordante, prendendo mentalmente i suoi appunti e intrecciando ineludibilmente vita e scrittura.»

 

Andrea Adriatico (L’Aquila, 1966) è regista teatrale e cinematografico, giornalista professionista, architetto, è stato docente alla sezione cinema del Dams di Bologna e insegna attualmente all’Accademia di Belle Arti di Roma nella sezione Teorie e tecniche dell’audiovisivo. Al cinema ha diretto 5 film (di cui 2 docufilm) e 3 cortometraggi presentati nei maggiori festival internazionali, dalla Mostra del Cinema di Venezia al Festival Internazionale del Cinema di Berlino, dal Festival di Londra alla Festa del Cinema di Roma. Il suo lungometraggio d’esordio Il vento, di sera (2004), interpretato da Corso Salani, dopo la prima proiezione alla Berlinale ha girato Europa, America e Australia, ha vinto la Rosa d’Oro al Roseto Film Festival Opera Prima, ed è stato definito da Variety “segno potente di un cinema italiano rinvigorito”. Il secondo film All’amore assente (2007), con Massimo Poggio, Francesca d’Aloja, Milena Vukotic e Tonino Valerii, è stato presentato in prima mondiale al London Film Festival e ha vinto il prestigioso Premio della Giuria al festival Annecy Cinéma Italien. Il terzo film, Gli anni amari (2019), con Nicola Di Benedetto, Sandra Ceccarelli, Antonio Catania, Tobia De Angelis, Lorenzo Balducci, realizzato in coproduzione tra Cinemare, Rai Cinema e Pavarotti International, con il sostegno del Ministero e di Emilia Romagna Film Commission, è stato presentato nella serata di pre-apertura della Festa del Cinema di Roma. Come documentarista Andrea Adriatico ha realizzato due lungometraggi: +o- il sesso confuso. racconti di mondi nell’era aids(2010), scritto e diretto con il giornalista Giulio Maria Corbelli, che ha affrontato l’impatto dell’Aids nella società italiana e ha vinto il premio Lopez al Festival Internazionale d’Abruzzo e il premio come miglior documentario al Festival Mix di Milano. Il secondo, Torri, checche e tortellini (2015) è stato dedicato al rapporto tra la città di Bologna e il primo centro gay italiano. Inoltre ha diretto tre cortometraggi: Pugni, e su di me si chiude un cielo (Mostra del cinema di Venezia e premi in molti festival di corti); Anarchie, ciò che resta di liberté égalité, fraternité; e L’auto del silenzio, vincitore del miglior contributo artistico al festival Arcipelago di Roma. Parallelamente al lavoro nel cinema, Adriatico è impegnato da anni nel teatro. Nel 1993 fonda un nuovo teatro a Bologna, Teatri di Vita. Nel 2007 ha diretto alla Biennale di Venezia “Le serve di Goldoni”, produzione dalla Biennale Teatro. I suoi spettacoli sono stati presentati in diversi festival internazionali.
Qui per saperne di più: https://it.wikipedia.org/wiki/Andrea_Adriatico

 

GLI ATTORI

LORENZO BALDUCCI ha debuttato sul grande schermo ne I cavalieri che fecero l’impresa di Pupi Avati (2001), partecipando poi in varie fiction televisive, tra cui Giorni da leone, Il papa buono, 48 ore, Questo nostro amore e Barabba. È nel cast di serie come Solo per amore e Medici: Masters of Florence, e appare come guest-star in un episodio di Don Matteo. Al cinema ha recitato in Ma che colpa abbiamo noi di Carlo Verdone, Tre metri sopra il cielo di Luca Lucini, Gas di Luciano Melchionna, Last minute Marocco di Francesco Falaschi, I testimoni di André Téchiné, Il sole nero di Krzysztof Zanussi, Io, Don Giovanni di Carlos Saura, Gli anni amari di Andrea Adriatico. Inoltre appare nella commedia di Carlo Vanzina Non si ruba a casa dei ladri. Nel 2018 è uno dei protagonisti di 7 Miracles of Jesus VR, primo film italiano in realtà virtuale, diretto da Marco Spagnoli. Ha lavorato in teatro, con un one-man show attualmente in tournée: Allegro, non troppo. A stand up comedy show di Mariano Lamberti e Riccardo Pechini.
Qui per saperne di più: https://it.wikipedia.org/wiki/Lorenzo_Balducci

TOBIA DE ANGELIS entra giovanissimo, nel 2015, nel cast della serie televisiva Rai Tutto può succedere che lo vede tra i protagonisti, nel ruolo di Denis Scalvino, anche nella seconda e nella terza stagione. Sempre per la televisione ha lavorato nelle serie Ognuno è perfetto e Vite in fuga, e nel film tv Il giudizio. Al cinema ha partecipato ai film Made in Italy di Luciano Ligabue (2018), Gli anni amari di Andrea Adriatico (2019) e Il mostro nella cripta di Daniele Misischia (2021).
Qui per saperne di più: https://it.wikipedia.org/wiki/Tobia_De_Angelis

 

GLI AUTORI

ANDREA ADRIATICO (v. prima)

GRAZIA VERASANI scrittrice e cantautrice, ha la sua prima affermazione nel 1995, aggiudicandosi il Premio Recanati per la canzone d’autore, cui seguono due album (Nata mai, Sotto un cielo blu diluvio). Più costante l’attività di autrice di racconti e romanzi, tra cui Quo vadis, baby?, da cui sono tratti l’omonimo film diretto da Gabriele Salvatores e una serie televisiva, e Accordi minori, Mare d’inverno, Senza ragione apparente, Lettera a Dina, La vita com’è, Non ho molto tempo. Per il teatro ha scritto From Medea, diventata anche film col titolo Maternity blues, e poi Vuoto d’aria, Vincerò sulla vita e la carriera del tenore Luciano Pavarotti, e Bo Bohème e Chiedi chi era Francesco diretti da Andrea Adriatico. Per il cinema ha scritto la sceneggiatura di Gli anni amari, presentato alla Festa del Cinema di Roma, e di Amati Fantasmi di Riccardo Marchesini. Nel marzo 2019 partecipa al programma di Rai 3 Giro del Mondo dedicato alla figura di Enzo Biagi.

STEFANO CASI ricercatore, giornalista, drammaturgo, direttore artistico di Teatri di Vita, e sceneggiatore per i film di Andrea Adriatico (Il vento, di sera, All’amore assente e Gli anni amari). Per il teatro ha curato la versione italiana di opere di Thomas Brasch, Cormac McCarthy, Claire Dowie e Jo Clifford, e la drammaturgia di opere di Bernard-Marie Koltès, Federico Garcia Lorca, Oriana Fallaci e Michel Tremblay. Con Katia Ippaso ha realizzato nel 2021 il progetto in video streaming Adolescenze in giallo. Ha pubblicato diversi saggi su Pasolini e altri autori contemporanei. Insegna “Forme e linguaggi della scena teatrale” al Master in Imprenditoria dello Spettacolo dell’Università di Bologna.

 

Luoghi riprese: Bologna, Correggio (Reggio Emilia), Milano, Rimini, Orvieto, L’Aquila, Berlino | Inizio riprese: 16 dicembre 2021